di David Arboit
C’è l’emergenza del COVID-19, non stava bene fare polemiche, tatticismi, manovre di palazzo e quindi c’è stata una tregua. Massimo Franco ci dice che la tregua è certamente precaria e che i problemi sono rimasti lì, sul tavolo (clicca qui). L’emergenza virus sarà dunque una parentesi tra «una lite e uno sgambetto» come dice il Corriere della Sera? Ma a che punto si era rimasti? Ed è da lì che si ricomincerà? E se l’emergenza virus fosse usata come un grimaldello per le manovre di palazzo?
Il punto a cui si era rimasti erano le due assemblee nazionali del Partito Democratico e di Italia Viva.
Nella sua relazione di apertura alla Assemblea nazionale del Partito Democratico Nicola Zingaretti era stato molto chiaro: «È un errore drammatico picconare sempre, dividere, polemizzare, cercare avventure solitarie che soddisfano qualcuno ma non aiutano l’Italia» (clicca qui). Bisogna lavorare per migliorare la qualità delle iniziative governative non lavorare per mettere in atto giochi di potere. Quindi? Si tratta di scrivere una serie di punti di programma e andare a chiedere i voti in Parlamento per vedere chi ci sta: lì ognuno si prenderà le sue responsabilità e se il governo non avrà i voti si andrà alle elezioni (clicca qui).
Peraltro alla domanda “di chi sia la colpa della instabilità del Governo che così non può governare” gli italiani rispondono a maggioranza in modo chiaro (clicca qui), anche se molti hanno le idee confuse, perché c’è chi la confusione la crea ad arte quotidianamente picconando.
E Italia Viva che fa? Mette in quarantena le polemiche, rimanda l’incontro Renzi-Conte e sembra aprire a una tregua momentanea (clicca qui). Rimangono sul tavolo i diktat anche se non è previsto un ultimatum (clicca qui).
Ma già oggi, mentre l’emergenza virus sembra lentamente mollare la presa, ripartono le provocazioni contro il governo giallo-rosso e già si ripresenta di nuovo chi lo vuole togliere di mezzo con ragioni assai poco convincenti. Altra picconata a Giuseppe Conte e al governo giallo-rosso (clicca qui) da parte di Italia Viva. Salvini pare rispedire la proposta al mittente dicendo «niente inciuci», ma alla fine non si sa mai.
Il missile lanciato da Italia Viva contro il Governo Conte riscuote l’ovazione delle opposizioni: «Il leader di Italia Viva e Salvini uniti per archiviare Conte» scrive con malcelata soddisfazione “Il Giornale” (clicca qui). Poteva essere diversamente? Certamente no, il comportamento della opposizione è ovvio. Sulla corrispondenza di vedute tra Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Italia Viva si esprime anche “Libero”: «Sono quindi necessarie le dimissioni di Conte – tuona Vittorio Feltri – e la nomina di un sostituto credibile e abilitato a mettere d’accordo, per un periodo ragionevole, le forze politiche.» (clicca qui)
Eliminare Giuseppe Conte, questo è l’obiettivo, perché nei sondaggi vola più alto di tutti e perché fa ombra allo stuolo di pretendenti leader del centro moderato. Perché il potere, alla fin fine, logora chi non ce l’ha. Come giustificare questo nuovo ribaltone? Dipingendo una situazione drammatica di emergenza, anche emergenza economica, che l’attuale governo non sarebbe in grado di affrontare (clicca qui). Prima si mettono i bastoni tra le ruote al governo e poi si grida all’emergenza perché il governo non va avanti.
Ezio Mauro, su “La Repubblica” ammonisce i congiurati che vogliono pugnalare (almeno non alle spalle sembrerebbe) Giuseppe Conte, il novello “Cesare” (clicca qui). Parlare di governo di emergenza non ha alcun senso perché ad oggi, per fortuna, il Paese non è in una situazione di emergenza, è operazione meschinamente strumentale.
Qual è allora il vero obiettivo di chi avanza la proposta del governissimo? «In realtà dietro a questa tentazione c’è la voglia di far fare un salto al sistema nel corso finale della legislatura per sgombrare il paesaggio: spezzare il confine tra destra e sinistra, consentire a qualche forza minore di attraversare il campo in una direzione o nell’altra senza più vincoli di appartenenza, legami di tradizione o impacci d’origine, disegnare un nuovo quadro politico neutro, rimpastare la compagine di governo silurando il premier Conte e aprendo qualche ministero di spicco ai nuovi venuti, e intanto distruggere la tela che il Pd sta faticosamente cercando di tessere per una nuova possibile trama di sinistra nel Paese. Una partita legittima ma tutta politica, anzi puramente tattica, che nasconde dietro il virus le sue vere intenzioni, usandolo come un grimaldello.»