di David Arboit
Premesso che solo un antieuropeismo ideologico può ostinarsi a rifiutare i 36 e rotti miliardi di euro che l’Italia potrebbe avere con il MES, è chiaro che ciò che va in scena in questi giorni è solo una rappresentazione teatrale che ha come titolo “Guardate chi comanda nel governo”. È chiaro che il MES si farà, ma quello che occorre rappresentare, far percepire al popolo italiano è chi ha la forza, chi detiene la golden share del governo, chi ha in pugno chi. Il gioco, quindi, non è nel merito, ma nella “comunicazione” nel voler far vedere a tutti chi comanda nel Governo e chi invece non conta niente. Si potrebbe giocare diversamente?
Nel merito del MES entra sul “Corriere della Sera” Federico Fubini dimostrando con grande chiarezza che il MES è utile all’Italia e che chi non lo vuole commette un errore madornale (clicca qui). Per chi vuole approfondire ecco una più importante riflessione del “Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani” della Università Cattolica di Milano (clicca qui).
Tra i membri dell’attuale governo è chiaro che non utilizzare il MES è un errore madornale. Lo hanno capito quasi tutti tranne alcuni che accecati dal sovranismo strizzano nostalgicamente l’occhio alla Lega: visto le recenti svolte, o forse meglio dire “inversioni ad U” della Unione Europea, questo sovranismo ormai è fuori dal tempo.
Nel Partito Democratico e più che mai chiaro che il MES si deve fare, ma per troppo tempo è mancata una iniziativa politica forte e non si è mai andati oltre la lamentazione e il mugugno (clicca qui). L’impressione era che non fosse chiaro che la posta in gioco, al di là del MES, è la rappresentazione del potere, del chi comanda nel governo e chi invece non conta niente.
Che fare?
Il tema MES deve essere all’ordine del giorno nel Paese e nel Parlamento da oggi. Occorre trovare la forza perché la questione sia messa in discussione subito nel Paese e in Parlamento. Chiaramente in questa direzione va l’iniziativa del Segretario nazionale del PD Nicola Zingaretti, che con un articolo a sua firma pubblicato oggi sul “Corriere della Sera” spiega con chiarezza e determinazione a che cosa serve il MES: la proposta è un ricco programma di riforma della sanità pubblica italiana (clicca qui).
Ma è chiaro che tatticismi e giochi di potere sono ancora presenti in una parte di quelli che sostengono il governo. Stefano Buffagni, 36 anni, M5S, viceministro allo Sviluppo economico, liquida la questione dei 36 miliardi da investire in una riforma radicale della sanità pubblica con una affermazione a dir poco sconcertante (clicca qui). È comunque vero che fregandosene della salute degli italiani qualcuno ha fatto del MES una bandiera: chi è? Di chi in particolare si sta parlando signor viceministro?