di David Arboit
L’evoluzione politica dell’Italia degli anni Ottanta, che si concluderà con la vicenda di tangentopoli, è stata progetta in un arco di tempo che va dalla strage di piazza Fontana all’omicidio di Aldo Moro fino alla strage di Bologna. Il 1980 è quindi l’anno chiave e conclusivo di questa strategia per i numerosi fatti politici e militari che lo caratterizzano (clicca qui). Momento di vertice assoluto dell’anno è la strage di Bologna del 2 agosto. Quarant’anni dopo emergono fatti nuovi, o meglio documenti a sostegno di quello che molti da tempo hanno intuito.
Ma non è facile addentrarsi in questa storia senza perdere la bussola perché l’intreccio di menzogne e verità sembra inestricabile. Sembra quasi che ancora oggi venga applicata una “strategia della confusione” che viene attuata con una specifica procedura: prendere uno dei tanti aspetti della vicenda, magari di secondo piano, analizzarne le oscurità e le mille sfumature ambigue in modo poi da proiettare oscurità e incertezza anche su ciò che è ormai evidente, perché bisogna fare perdere il senso politico ormai storicamente chiaro della vicenda.
Tra i vari articoli di giornale usciti nelle scorse settimane eccone alcuni interessanti.
Aldo Cazzullo, sul Corriere della Sera del 27 giugno, da voce alle interpretazioni dell’avvocato Valerio Cutonilli, difensore di Luigi Ciavardini. L’avvocato, ovviamente, ritiene che quanto definito con la recente sentenza del 9 gennaio 2020 dal tribunale di Bologna sia completamente sbagliato (clicca qui) e che la destra eversiva non c’entri nulla. I 180 giorni di legge per la pubblicazione delle motivazioni della sentenza sono passati quindi a breve potremo capire che cosa i giudici hanno trovato.
Un altro articolo interessante esce sul Corriere della Sera del 31 luglio (clicca qui). Anche qui si respira aria di scetticismo, e si inseguono dettagli contraddittori con l’intenzione forse, in ultima istanza, di fare dubitare un po’ di tutto.
Sulla “strategia della confusione” si sofferma anche il quotidiano “La Repubblica” in un lungo e dettagliato articolo (clicca qui). Gli autori utilizzano per definire questa strategia un proverbio inglese che in italiano traducono così «“non vedi il bosco per colpa degli alberi” dicono gli inglesi, quando si rischia di perdere di vista il quadro d’insieme della vicenda perché distratti da un groviglio di dettagli confusi, intricati e contraddittori». E nel caso della strage di Bologna non si tratta solo di un incidente di percorso che può capitare, ma di una strategia. Nascondere la verità? Ma no, strategia vecchia, meglio fare confusione, meglio circondarla di una quantità enorme di cose tanto irrilevanti quanto misteriose, magari perfino vere, ma ininfluenti o marginali.
Altri articoli si concentrano su alcuni fatti che sembrano gettare nuova luce e indicare nuove prospettive di indagine. Su “Il fatto quotidiano” si far riferimento a finanziamenti di milioni di dollari pervenuti alla destra eversiva dalla loggia P2 nel periodo dell’attentato (clicca qui). Emerge a margine come uno dei commentatori più gettonati dalla RAI in certo periodo fosse un influencer (l’agente di influenza Edward Luttwach) sul libro paga della CIA. Nulla di nuovo: giornalisti, professori universitari e altri intellettuali reclutati per orientare l’opinione pubblica, succede da molto tempo.
Il tema del flusso finanziario verso i terroristi neri è ripreso anche dal quotidiano “La Repubblica” (clicca qui).
Certo non tutto è chiaro. Ma molto è stato chiarito (clicca qui) e soprattutto è chiarissimo l’indirizzo politico che era alla base di questa attività eversiva: la competizione politica democratica e stata portata per volontà di alcuni sul terreno della guerra, di uno scontro militare che aveva come obiettivo non una plateale presa del potere di tipo sudamericano, ma “truccare” i risultati della normale competizione politica democratica. Ci sono riusciti? Secondo me sì, hanno vinto i cattivi, e lo dimostra la storia politica dell’Italia degli anni Ottanta.
P.S. Sulla continuità del progetto di influenza politica che va dalla strage di piazza Fontana alla strage di Bologna è interessante leggere questo articolo che ci offre sulla questione un scorcio insolito, particolare (clicca qui). Attenzione ai nomi ricorrenti che indicano il filo nero tra i fatti più rilevanti della storia politica del nostro Paese.